Tulipanomania

Poche piante hanno avuto una storia così intensa come il tulipano, originario dal Medio Oriente, forse del paese dalle mille favole, la Persia. In quelle terre era mitologicamente sbocciato dall'amore infelice di una bellissima fanciulla.
Pare arrivato in Europa, a Vienna, verso il 1550, portato dall'ambasciatore austriaco a Istambul.

La sua popolarità scoppiò quasi un secolo dopo, in Olanda, con un crescendo che lo portò a essere quotato in borsa. I prezzi di un singolo bulbo arrivarono a superare la paga di un anno di un operaio! Diverse persone vendettero i loro beni per speculare sui bulbi di tulipano, tanto che dovette intervenire il governo con un editto; la bolla speculativa implose e tante persone prima ricche, si ritrovarono rovinate. Un po' come succede ciclicamente con la finanza nella nostra società moderna, ma in modo drammaticamente più veloce.
Ora il prezzo dei bulbi di tulipano è alla portata di tutti e la sua patria, dimentica del passato, è rimasta l'Olanda. In primavera le enormi distese dei campi per la produzione dei bulbi creano paesaggi con grandi distese regolari diversamente colorate lasciano incantati; se poi sullo sfondo c'è anche un vecchio mulino a vento… Anche Vincent Van Gogh con “Campi di tulipani” ne rimase colpito. La poesia svanisce se si vedono le falciatrici meccaniche all'opera che “decollano” i fiori, perché se li lasciassero sviluppare esaurirebbero il bulbo, che invece deve crescere ben nutrito solo dalle verdi foglie, per essere poi venduto in tutto il mondo. Questa grande passione prima, trasformata successivamente in uno sfruttamento commerciale ben oltre i confini olandesi, contribuì nell’anno 1949, a creare una grande esposizione floreale che diventò stabile, il parco Keukenhof, che definirei il più grande “museo vivente” dei tulipani che ogni anno viene rinnovato e presenta anche altre bulbose.

Anche in Italia si possono ammirare spettacolari fioriture di tulipani nei giardini di Villa Taranto, a Verbania, sul Lago Maggiore e nel parco del castello di Pralormo in Piemonte.
È una pianta facile, si deve necessariamente partire dall'acquisto del bulbo, che va acquistato e piantato in autunno, prima del freddo. Dopo la fioritura, all’inizio dell’estate, quando le foglie saranno completamente essiccate, i bulbi si devono togliere dal terreno, fare asciugare per conservarli fino all'autunno successivo in un luogo buio e fresco. In alternativa si possono lasciare nella terra, nella primavera successiva spunteranno ogni anno sempre più numerosi, a causa di un prolificare di piccoli bulbi; faticheranno però a prendere la forza necessaria per fiorire.
I ristagni possono provocare marciumi, ma se vengono piantati in un terreno drenante, con posizione soleggiata, restano praticamente immuni da malattie.