Passeggiando sotto i rododendri
Siamo abituati ad osservare i rododendri come cespugli, piccoli o grandi, ma cespugli; non certo alberi. Il grande mercato che li riguarda è addirittura costituito da piccole piante in vaso, che spesso chi le acquista o le riceve in regalo le costringe a deperire in casa.
Ho perso una scommessa con un amico, Dante Invernizzi. Conoscendo la sua esperienza, serietà, professionalità non avrei dovuto accettarla; ma come si fa a credere che ci siano rododendri con il diametro del tronco superiore ad un metro? In Italia.
Si trovano nel parco abbandonato dell’ex Hotel Eden a Pallanza, sul lago Maggiore.
Non è aperto al pubblico questo luogo dallo speciale fascino, che trovo solo nei parchi incolti da anni; sembra di camminare nelle foreste dello Yunnan, liane, arbusti invadenti di ogni tipo, e alberi, alberi di rododendro Rhododendron arboreom e camelie centenarie.
Visitabile, e anche molto visitato, è invece il giardino di Villa Carlotta a Tramezzo, sul lago ci Como.
Predominano i rododendri e le azalee, come in tutti i giardini sulle sponde dei grandi laghi del nord Italia. In particolare, un folto gruppo di rododendri arborei forma un boschetto sotto la cui chioma si passeggia. Non raggiungono le dimensione di quelli dell’Eden, ma sono comunque molto grandi.
Sono piante straordinarie i rododendri, che molti ritengono difficili.
Non è proprio così, non ci sono piante difficili. Siamo noi che a volte rendiamo difficile la loro vita perché ci ostiniamo a pretenderne la riuscita in situazioni non confacenti alla loro natura.
Quando le condizioni sono più o meno simili al loro habitat naturale il successo è sicuro, e capita molto spesso.
Per la maggior parte provengono dall’Estremo Oriente, e in certi luoghi del nostro paese hanno trovato il clima e il terreno adatti. Si sono trovati a loro agio tanto da riprodursi disseminandosi da soli.
Comunemente, anche sui cataloghi, troviamo due gruppi di piante: le Azalea e i Rhododendron, ma botanicamente le azalee non esistono, sono tutti rododendri, e questo ha contribuito a rendere un po’ difficoltosa la loro nomenclatura. Spesso sorgono discussioni anche tra giardinieri.
Amano posizioni fresche, tranne poche specie sopportano bene i freddi rigori dell’inverno, ma non altrettanto bene le calde e siccitose giornate estive.
Sono le classiche “piante acidofile”, ma nel caso di un buon terreno soffice e fresco sopportano anche un PH neutro, mai però alcalino. Rinunciate a piantare rododendri nei terreni argilloso-calcarei; per quanta torba o correttivi del PH aggiungiate, dopo qualche anno entreranno in sofferenza.
In presenza di terreni ostili non rinunciate a loro, ma teneteli in vaso. Crescono velocemente; un buon terriccio a base di torba, la giusta dose di concime a lenta cessione e il rinvaso ogni anno e non chiederanno altro, o quasi. La parte più difficile è l’irrigazione, amano il terreno fresco, mai asciutto, mai intriso di acqua. In pochi anni avrete piante alte un metro e mezzo e anche più. Da queste dimensioni in avanti tutto diventa più difficile, perché rallentando i rinvasi le piante perderanno vigore.
La gamma dei colori dei loro fiori è molto varia, dal bianco puro al rosso, passando dal giallo. Non mancano splendidi azzurri/violetti, come il Rhooddendron blu diamond
Non ci sono solo i giganti, ma anche i nani, tra i più piccoli certamente trova posto il Rhododendron impeditum; le foglie minute, di colore verde/grigio, il portamento molto compatto ma eretto, i fiori azzurro/lilla, lo rendono inconfondibile.
Villa Carlotta - Lago di Como
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