Magnolie di primavera

C’è una moda per tutto, anche per le piante, e le magnolie non sono sfuggite a questa debolezza, hanno ormai conquistato il mercato degli amatori. Questo ha contribuito alla diffusione di nuove varietà.
Molti cultori di piante, ad esempio, si sono appassionati al punto di limitare il loro giardino ad uno spettacolare bosco di magnolie. Il compianto Sir Peter Smithers nel suo giardino di Vico Morcote (Lugano - Svizzera) aveva riunito una collezione impareggiabile di queste piante. Spero che i nuovi proprietari si rendano conto del patrimonio botanico che è nelle loro mani e gli prestino le giuste attenzioni.

E’ successo anche al professore goriziano Luciano Viatori. Attratto fin da bambino dalla natura e dalle piante, dopo aver visitato gli splendidi giardini inglesi, nel 1975 fece il grande passo, cominciò il suo speciale “giardino all'inglese” privilegiando proprio la collezione di magnolie. Abbiamo molte cose da imparare dal prof. Viatori, ad esempio di non arrendersi mai. Per poter far crescere queste piante e altre acidofile in terreni poco ospitali, è ricorso a uno spesso strato di pacciamatura organica con risultati insperati.
Il genere magnolia costituisce un universo di piante, ben più vasto di quanto si possa immaginare: solo le specie esistenti in natura sono circa 125, molto diverse tra di loro, da spoglianti a sempreverdi, da piccoli arbusti ad alberi alti oltre trenta metri. Le varietà, ibridi e cultivar, non si contano più.
Anche nella fioritura vi è molta variabilità; la maggioranza fiorisce in primavera, ma alcune anche in estate. Qualcuna a fioritura primaverile in estate rifiorisce parzialmente.
Ci sono delle specie, a forte sviluppo, che se riprodotte da seme impiegano anche 25 anni per fare il primo fiore; in questo caso per accelerare la fioritura si ricorre all’innesto.
Il fiore della magnolia è stato oggetto di discussioni sulla distinzione tra petali e sepali. Alla fine, si è deciso di considerarli tutti e due come tepali.
La famiglia delle magnoliaceae, (dal botanico francese Pierre Magnol) è molto vasta e non comprende solo magnolie, basta pensare al liriodendro, ma anche altri generi che spesso, anche su dei testi, vengono attribuiti al genere magnolia, come le Manglietia e Michelia. Successivamente la famiglia delle M. venne divisa in due sottofamiglie, le Liriodendroideae e Magnolioideae, ma non voglio addentrarmi nella vischiosa palude dell’inquadramento sistematico di queste piante; troppo complesso, non univoco e anche poco interessante.
Per citarne solo alcune, tra quelle che negli ultimi anni incontrano i favori degli amatori, la Magnolia campbellii, è forse al primo posto con i suoi numerosi ibridi. E’ una pianta spogliante, che può anche arrivare a discrete dimensioni, dalle foglie medio grandi, molto grandi i fiori. Con i suoi ibridi moderni i colori vanno dal bianco al cremisi. La fioritura avviene prima dell’emissione delle foglie.
Fino a qualche anno fa era raro il colore giallo nelle magnoloe; con il cultivar, ‘ ‘elizabeth’, alberetto spogliante dai fiori a calice che sbocciano in primavera, si è ottenuto un bel giallo paglierino.

M. ‘susan’ è un cultivar con portamento arbustivo, a primavera inoltrata si ricopre di fiori a calice allungato, di inconsueto colore rosa ciclamino intenso.

Con gli anni, con la selezione e l’ibridazione interspecifica, sono state create una moltitudine di nuovi cultivar, migliorando le caratteristiche principali, dimensione e colore dei fiori, profumo e soprattutto la precocità della fioritura.

Sono piante molto adattabili, anche se alcune non tollerano i terreni calcarei. La maggioranza sopporta i freddi inverni del nord Italia, ma qualche problema può esserci nel caso di forti gelate tardive; se arrivano che i fiori si stanno già aprendo possono pregiudicarne la fioritura danneggiandoli. Amano la piena esposizione al sole, anche se una leggera ombra, specie i primi anni, può essere utile

Uno speciale ibrido con il fiore giallo

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Magnolia ‘susan’