L'autunno degli aceri

L'autunno è una stagione particolare, la natura si ferma, pare possa finalmente tirare le somme, riflettere sul grande lavoro svolto nella primavera e durante l'estate. L'autunno è anche la stagione dei colori, dei colori caldi, non vistosi, quasi violenti di certe fioriture primaverili. I paesaggi sono sfumati, mancano i blu, i violetti, le tinte partendo dal verde dei sempreverdi o di qualche ritardatario passano al giallo e al rosso con una gamma infinita di nuances.

Tutto viene come attutito, smorzato dalle luci meno violente; anche il sole ha i suoi tempi, e i suoi raggi più radenti donano nelle fronde via via sempre più rade, particolari luci e trasparenze.

Per questi e altri motivi questa stagione gode dei miei favori, come l'inizio della primavera, quando si affacciano le prime foglioline di un delicato, verde smeraldino e i boschi, le macchie, sono ancora permeabili alla vista, ma queste emozioni in me, nella primavera, sono già mediate dal pensiero del prepotente rigoglio vegetativo alle porte, che vuol dire lavoro, lavoro, mentre l'autunno trasmette e promette pausa, riflessione, riposo e tempo per tutta una serie di progetti sempre rinviati.

Le piante si preparano ad affrontare l'inverno, e guai a quale non sarà pronta! Nel nord dell'Italia in certi anni l'autunno particolarmente mite e favorevole ha ingannato le piante che hanno continuato a vegetare, fino a quando il freddo le ha colte impreparate, danneggiando in modo più o meno grave le parti ancora in vegetazione o con i tessuti non ancora maturi.
Complicati processi biochimici sono la causa delle splendide colorazioni delle foglie. La clorofilla diminuisce e diventa sempre più visibile la xantofilla e il carotene, responsabili dei colori gialli, mentre per il colore rosso concorrono le antocianine, la cui produzione è influenzata dal calare della temperatura, specie durante la notte.

 

 

Acer Japonica aconitifolia
Acer tutcheri

In questo fermento di mutazioni le foglie vengono anche private delle sostanze di riserva che si trasferiscono nelle parti legnose e serviranno alle piante per superare i lunghi mesi invernali.
La selezione degli aceri ha creato negli anni passati specialmente in Giappone, e lo evidenziano tuttora i loro nomi per noi difficili, centinaia di varietà di aceri, chiamati appunto “giapponesi”. Questa ricerca continua oggi anche fuori dal Giappone, con buoni risultati pure in Italia.

La fortuna, la diffusione di certe specie o varietà di aceri, è stata proprio per lo splendido colore che le loro foglie assumono in autunno.

 

Acer pseudosieboldianum
Acer pseudosieboldianum

Uno dei più amati è l'Acer palmatum osakazuki, un cultivar dalle foglie appena un po' più grandi della specie, leggermente rosate in primavera poi verdi; in autunno danno il meglio di se, con un rosso caldo ed intenso.
Meno conosciuto, ma certamente non meno “colorato” l'Acer japonica, la colorazione autunnale è, in tutte le varietà di uno splendido rosso/arancio.
Acer pubipalmatum e Acer pseudosieboldianum possiamo considerarle novità. Pur essendo specie, quindi presenti in natura nei boschi dell'estremo oriente, non varianti prodotte da selezione o ibridazione, non si incontrano mai nei giardini, ed è un peccato, perché sanno regalare autunni come fuochi d'artificio.

In estate le foglie del pubipalmatum sono verdi, con la particolarità, rara negli aceri, di essere delicatamente vellutate, specie in primavera. In autunno non si accontentano di cambiare colore, ma, sullo stesso albero possono assumere tonalità dal giallo al rosso molto diverse.

Acer griseum
Acer japonica aconitifolia
Acer palmatum dissectum garnet
Acer palmatum osakazuki