G I A R D I N I E R I

Dante Invernizzi

 

Il periodo più lungo della sua vita lo ha passato a Villa Taranto come capo giardiniere, responsabile delle serre e della riproduzione delle piante. Ora, con la pensione, i suoi impegni non hanno più limiti. Dante Invernizzi conosce ogni pianta ed essenza verde del suo lago, ed ha una qualità indispensabile per un giardiniere: è curioso, gli occhi gli brillano di fronte ad ogni novità, ma è anche concreto e pratico, quel modo di essere concreto e pratico che lo rende un vero professionista del verde.

Per molti, per l’immaginario collettivo, il pensionamento è il raggiungimento del meritato riposo dopo anni di lavoro; non per Dante Invernizzi.

Il raggiungimento dell’età pensio-

nabile è stato, per Dante, solo un nuovo inizio, il potersi occupare a 360° del mondo che lo interessava maggiormente, cioè il mondo delle piante e dei giardini. E bisogna pur dire che questo mondo non gli è
mai mancato, poiché fin dagli anni giovanili Dante si è sempre occupato di piante. Il periodo più lungo (fino ad ora) della sua vita lo ha passato, vero privilegiato, a Villa Taranto come capo
giardiniere, responsabile delle serre e della riproduzione delle piante. Quando, a Villa Taranto, nella grande serra, la Victoria regia smise di produrre semi, è stato Dante che con l?impollinazione manuale ha reso possibile continuare a riprodurre questa pianta, tanto sorprendente che i visitatori restano sempre incantati a guardarla. Ora, con la pensione, i suoi impegni non hanno più limiti. E’ consulente, dal 1978, per il verde pubblico del Comune di Verbania, ed è coordinatore e docente di corsi professionali presso il Centro di Formazione Professionale del Comune, attività che a lui piace molto. Dante è portato al contatto con i giovani, che lo ricambiano con l?interesse e l’attenzione che prestano alle sue lezioni, sempre le più attese. Poter trasmettere loro, se non la sua passione, almeno parte del suo sapere di piante, rappresenta una continuità per questo me
stiere, il “giardiniere”, che racchiude in sé un mondo immenso di conoscenze, manualità, e anche un po’ di filosofia.
E’ promotore di iniziative e progetti finalizzati al recupero di giardini storici di importanti ville private. Ha iniziato un impegnativo lavoro,
la mappatura del parco dell’albergo Eden, pressoché in rovina, ma con un giardino carico di storia. La grande famiglia Rovelli, rappresentata da botanici, giardinieri e vivaisti, a cavallo del XVIII secolo proprio su questi terreni aveva parte delle sue coltivazioni. Oggi, a testimoniarlo restano alcuni rododendri di 3,40 metri di circonferenza (avete letto bene, oltre un metro di diametro) e una camelia di 1,20 metri di circonferenza. I grandi, i veri appassionati delle piante, non sono gelosi del
loro sapere, anzi, vogliono condividere, divulgare, e il modo migliore è quello di scrivere. Anche in questo Dante non si è risparmiato. E’ coautore di molti importanti libri - I fiori del Giardino Alpinia e del Mottarone - Floricoltura Generale e Speciale - Villa San Remigio e Ville Medini - Amor di pianta, che è la storia dei giardinieri, floricoltori e vivaisti del Verbano tra il 1750 e il 1950 - Villa Monte Oro. La sua passione, professionalità e il dinamismo non potevano che portargli consensi e riconoscimenti. Compare regolarmente
Compare regolarmente come membro di giuria alle più importanti mostre internazionali, ulteriore occasione per mantenere e ampliare i rapporti con suoi pari di mezza Europa. Dante Invernizzi conosce ogni pianta ed essenza verde del suo lago, ed ha una qualità indispensabi-
le per un giardiniere: è curioso, gli occhi gli brillano di fronte ad ogni novità, ma è anche concreto e pratico, quel modo di essere concreto e pratico che lo rende un professionista del verde diverso dai soliti saputi e che lo spinge - per esempio - ad entrare in una macchia di rododen-
dri o camelie, a “sporcarsi le mani”, nei suoi giardini verbanesi che tanto devono alla sua passione. Ora, in collaborazione con l’Università di Torino, si sta anche occupando della riclassificazione delle antiche specie e varietà di camelie esistenti nei giardini storici del lago.
Bisogna conoscerlo di persona, conoscere la sua disponibilità, sentirlo parlare di piante per rendersi conto di quanta sostanza ci sia, di quanto possiamo trarre dal suo raccontare di piante. Mi piacerebbe organizzare un incontro - convegno è una parola troppo grossa per una specializzazione così vasta ma che può comprendere un numero molto limitato di persone - tra i giardinieri. Queste poche persone, una razza da proteggere, in via di estinzione, le poche che hanno l’approccio giusto con un giardino; che sanno disegnarlo, perché conoscono le piante, sanno coltivarle, ma soprattutto sono in grado di realizzarlo, manualmente. Di solito sono un pò schive, non ostentano il loro sapere, bisogna un pò stanarle e riunirle per scoprire che scompare la riservatezza quando si sentono a contatto con colleghi veri.
E’ il lavoro che mi sono riproposto di fare, contattare,conoscere le persone che hanno queste preziose qualità, sempre più rare riunite in una sola identità. Aiutatemi a scovarli, a conoscerli, può darsi che siano più numerosi di quelli che penso io. Oggi viviamo nel mondo della tecnologia, si progetta con il computer, si lavora su schede,
archivi informatici, informazioni attinte da quell’infinito mondo che Internet ci portain casa, non sempre esatte. Ci sono anche programmi per computer predisposti per la progettazione di giardini, che io trovo un pò aberranti. Il progetto del giardino viene poi passato a un’impresa che realizza l’opera con operai variamente specializzati. Quale posto occupa ancora il nostro Giardiniere? E’ diventato uno mestiere di nicchia, a volte ridotto a consulente di personaggi più popolari, che sanno “proporsi” meglio.