L'albero delle fragole

Sono arrivate fino a noi dall'Estremo Oriente queste splendide piante.
Il più conosciuto è il Cornus kousa, con i suoi molti ibridi e cultivar.
Generalmente con gli anni assumono l'aspetto e la dimensione di un piccolo albero, fino a raggiungere i 6/7 metri di altezza, ma possono anche mantenere la dimensione e la forma di un grande arbusto. Diffusi nei giardini per i loro splendidi fiori, in realtà i veri fiori sono molto piccoli e insignificanti, ma circondati da 4 grandi brattee per lo più di colore bianco.

Fioriscono qualche settimana dopo i più conosciuti C. florida, quando si sono già sviluppate le foglie; inoltre la fioritura è più prolungata.

Il fiore non si schiude in breve tempo come per la generalità dei casi, ma si sviluppa lentamente, con le brattee piccole già aperte ma di colore verdastro. Man mano che crescono, raggiungendo la dimensione normale di 5/8 cm. il colore si schiarisce fino a diventare bianco. Non manca qualche varietà di colore rosa più o meno marcato, come il C. k. satomi, ma mai rosso come spesso si legge su certi cataloghi.
Raramente si può incontrare un suo parente prossimo, il C. capitata, relegato più che altro in qualche giardino botanico.
Completa la serie degli “alberi delle fragole” il Cornus 'Porlock' un ibrido tra il C. capitata e il C. kousa
Devo dire che i loro frutti più che ad una fragola assomigliano all'esotico lici, con una buccia ugualmente consistente ma che non si può sgusciare allo stesso modo.
All'interno si trova la polpa, di colore arancio poco consistente e con diversi semi fastidiosi in bocca.
Il gusto è dolce, piacevole, ma personalmente ritengo il frutto più che altro una curiosità. Da tempo, quando compare qualche frutto speciale come una novità, sostengo che tutto quello che non si vede nei mercati o nei negozi di primizie, per un motivo o l'altro non può essere che una curiosità.
La coltivazione è facile e uguale per le tre specie. Non sono acidofile, come si sente spesso dire, possono prosperare bene anche in terreni moderatamente alcalini, a patto di avere una struttura soffice e fertile e con buon drenaggio; sono sensibili agli stress idrici. Nel tempo si sono dimostrati più resistenti alle avversità dei più famosi C. florida.
La specie kousa sopporta il freddo, anche -15°, mentre il capitata, che è moderatamente sempreverde, perdendo le foglie solo quando la temperatura scende sotto i -6/8°, è più sensibile al gelo, tanto da sconsigliare il suo impianto nella Pianura Padana; resiste bene nelle zone attorno ai grandi laghi. I testi parlano di scarsa resistenza al gelo del C. porlock, ma le mie piante hanno superato benissimo l'inverno scorso, quando il termometro per diversi giorni segnava -18°.
Le loro foglie in autunno assumono un caldo colore arancio/rosso, una qualità in più di queste piante speciali, dopo il fiore e il frutto.
Recentemente è stato introdotto un nuovo ibrido, C. kousa 'venus', dai fiori bianchi molto grandi.

Cornus kousa - frutto
Cornus kousa - frutti
Cornus kousa 'Claudia'
Cornus 'porlock'
Cornus kousa satomi